Ci sono persone che entrano nella nostra vita per una ragione, per darci un esempio, per aiutarci in un momento difficile o semplicemente perché si crea una tale empatia che un incontro casuale si trasforma in una bella amicizia. Ho incontrato Eleonora in una gelida giornata di gennaio durante una lezione di surf a Santa Severa, ne è nata una grande simpatia. Ci siamo riviste due anni dopo in una ventosa mattinata di surf a Fregene, il vento era fortissimo, era impossibile surfare, così ci siamo stese al sole riparandoci dal vento sotto la capannina del Singita e abbiamo cominciato a raccontarci cosa avevamo fatto negli ultimi due anni.
All’improvviso mentre parlavamo io ho cominciato a piangere. Non c’era una ragione precisa, non era successo nulla di particolare, sentivo solo che potevo togliermi la maschera ed essere me stessa, con le mie fragilità, le mie insicurezze e che non sarei stata giudicata per quelle lacrime.
C’erano diverse cose che non andavano in quel periodo, mi sentivo sopraffatta dagli impegni, non ero felice nel lavoro, non andava bene niente. Mi ero guardata allo specchio e non ero felice. La mia vita scorreva nell’apparenza, in verità ero oppressa da una serie infinita di doveri. Dentro me urlavo di disperazione. Ho raccontato a Eleonora cosa non andava, cosa mi faceva stare così male, e lei mi ha detto che la sofferenza che sentivo nell’anima e nel corpo era il cambiamento e che anche se mi faceva paura era necessario per non soccombere.
Ho cominciato ad accettare di cambiare, a piccoli passi, per abituare me stessa e le persone intorno, il percorso del cambiamento una volta iniziato è inarrestabile, non si è più la persona di prima e questo impone delle scelte che prima non ci eravamo posti o alle quali non osavamo pensare. Credo che Eleonora sia una di quelle persone che ha incrociato il mio cammino per una ragione, per aiutarmi a vedere la via e rendere più lieve il percorso.
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